sabato 23 aprile 2016

Bozzetto estemporaneo: Gocce di Miura


Il motivo ispiratore che ho seguito per disegnare questo quadretto è la ricerca di una nuova modernità per il marchio Lamborghini. Il prototipo Asterion, presentato nel 2014, mostra un forte richiamo agli albori del Marchio, quando ancora non vi era traccia di quel ricorso alle linee spigolose, apparse nel 1972 con la Countach e portate fino ai giorni nostri con crescente determinazione.
Lo spirito aggressivo e innovatore tipico di Lamborghini può manifestarsi anche attraverso il ricordo delle origini più classiche, utilizzate per delineare nuove forme di espressione tecnologica.
Il quadro si intitola "Gocce di Miura", in omaggio a una Lamborghini che sconvolse il Mondo nel 1968, introducendo nella produzione di serie la rivoluzione del motore centrale, abbinato a criteri costruttivi generali tipici della filosofia delle corse. Ne risultò una carrozzeria impressionante, frutto dell'entusiasmo creativo dello stilista Marcello Gandini, magistralmente interpretato dall'arte di Nuccio Bertone. Svariati dettagli richiamano fortemente il panorama automobilistico di allora, ma i contenuti innovativi della Miura influenzano quelle linee classiche, trasformandole in un'elegante opera di esplosività futurista.
Le "gocce di Miura" che cadono sul mio bozzetto vogliono rappresentare una possibile Lamborghini il cui stile in parte ritrovi la dolcezza delle forme sinuose, e in parte comunichi alcune innovazioni attraverso linee ruvide, che richiamino la parentela con i modelli del Toro più significativi.
Le novità del design riguardano l'inedita composizione del frontale, in cui il doppio profilo alare è incorniciato da un "tratto" ovale che ricorda la presa d'aria della Miura; il resto è nell'aerodinamica posteriore, che risente delle mie recenti ricerche compiute sul prototipo Aston Martin Stonehenge, illustrato in questo sito. È stata immaginata una dinamica dei flussi il cui punto in comune con la Stonehenge è l'apertura dei canali di scorrimento dell'aria tra le ruote posteriori e il gruppo motore, suddividendo la carrozzeria in volumi parzialmente indipendenti fra loro.

Impromptu artwork: Drops of Miura

The inspiration purpose that I followed during the making of this drawing is the research of a new modern identity for Lamborghini Brand. The Asterion concept, introduced in 2014, shows a strong memory of the early years, when there was yet no sign of the sharp design that began in 1972 with Countach then developed even stronger until today.
The aggressive and innovative spirit that belongs to Lamborghini can show up even through the 
memory of the more classical beginnings, which can be translated into expressions of new technological inventions.
The choice of “Drops of Miura” as a title of my artwork is a tribute to a Lamborghini that upset the World in 1968, by transferring into ordinary production some racing features like the central position of the engine and the general philosophy of the project. The influence on the design of the coachwork fired Marcello Gandini's inspiration, then his ideas were brougth into reality by Master Cachbuilder Nuccio Bertone and the result was nothing but stunning.
Many design details strongly connect the Miura with contemporary age, but the revolutionary contents of the car made a classical styling become an explosive expression of futurism.
The “drops of Miura” falling down on my drawing want to create a Lamborghini design which expresses personality through smooth lines, along with sharp and raw edges that highlight some new contents, as well as styling details to recall the best of Bull's producion.
The new features are about the front, where we see the double wing “framed” by a simple oval layout that recalls the main air intake of the Miura; then we have the aerodynamic working of the rear, where it's quite visible the influence of my latest study on Aston Martin Stonehenge concept, available in this blog. This Lamborghini shares with the Stonehenge the air ducts between the rear wheels and the central engine unit, with the result of a bodywork that looks as split into three different volumes and not as a single body.

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