Iniziate ad osservare da vicino l’affascinante gruppo dei megaliti di Stonehenge: vedrete solo nuda e pesante roccia, perfettamente tagliata e levigata solo sulle superfici di contatto fra i vari elementi.
Ma se lo sguardo si allontana, anzi, spostandoci in alto, si vedrà la disposizione esattamente circolare dei macigni e quella sensazione di gravità diventerà quasi leggerezza, perché il cerchio sembrerà ruotare su se stesso, come se descrivesse un’orbita, sospeso nell’Universo.
Prendete ora una qualsiasi vettura Aston Martin e ripetete l’esperimento, partendo dal dettaglio per spostarvi a una visione d’insieme. Vedrete dapprima un oggetto essenziale e ben rifinito; ampliando il campo visivo, le sue linee appariranno come logica evoluzione dell’intero lavoro stilistico a cui appartiene. Le superfici della carrozzeria avvolgono il telaio con elegante continuità e composto dinamismo, lasciando intuire le impressionanti potenzialità che il motore può esprimere.
Diversi anni fa, mi posi una domanda: è possibile creare il design di un’Aston Martin che mostri, nel complesso, gli equilibri e i tratti tipici del Marchio, ma che risulti, nel dettaglio, formato da oggetti quasi indipendenti fra loro, addirittura pesanti, “ruvidi” e sgraziati? In altre parole, una sorta di “Stonehenge” su quattro ruote…
Ecco perché il progetto si chiama con il nome in codice “0215”: le prime due cifre indicano il 2002, anno in cui questa domanda nacque nella mia mente. Non voglio dire che siano trascorsi 13 anni di ricerca continua, ma il problema è sempre stato presente in me, ho tentato molte soluzioni e nessuna centrava l’obiettivo. Quest’anno, ero sul punto di rinunciare, poi è nato il prototipo che inizio a mostrarvi con le prime foto qui pubblicate. Dunque, non credo di essere arrivato a un punto di arrivo, ma la mia Aston Martin “Stonehenge” può rappresentare l’inizio di un inedito percorso di ricerca, applicabile anche alle filosofie stilistiche di altre Aziende. Il mio lavoro risponde non soltanto a requisiti puramente estetici, ma proprio le alte prestazioni dell’auto hanno incentivato un’attenzione particolare ai problemi dell’aerodinamica, sia sul fronte della stabilità nella guida veloce, sia nel miglioramento dell’efficienza energetica.
Insomma, la Stonehenge ha finalmente tradotto in realtà un concetto astratto che nel 2002 era puramente indefinito, ma ora si presta a ispirare future evoluzioni.
L’argomento è ricco di spunti di approfondimento e merita di essere visto dal vero, non soltanto attraverso i disegni, ed è per tali ragioni che ho deciso di creare un modello in scala con la mia stampante 3D.
La maggior parte della futura attività del mio blog sarà dedicata a svelare sempre più nel dettaglio le caratteristiche della mia Aston Martin; per ora, mi fermo qui senza fornire descrizioni, né spiegazioni tecniche.
Vi lascio le prime due foto “ufficiali” della Stonehenge perché iniziate a comprendere a fondo il concetto stilistico, immaginando quello che ancora non si vede.
Vi ringrazio per l’attenzione che vorrete dedicare.
Aston Martin Stonehenge – A new design philosophy printed in three dimensions
Let’s start watching the charming group of megaliths of Stonehenge: you will see only bare and heavy rock, with perfectly cut and smooth surfaces where the elements lean on each other.
But if you look from a longer distance, even from above in the sky, you will see how exactly circular is the layout of the rocks thus you will feel how that “heaviness” turns into “lightness”, because that circle will suggest a sort of rotation, like it’s floating in the Universe in orbital move.
Let’s now consider any Aston Martin model and repeat the experiment, starting from a close-up on a single detail then watching the whole bodywork. You will see first an essential and well finished object; the more your sight gets wider, the more this detail will become as a logical evolution of the whole design work it belongs to.
The surfaces of the coachwork wrap the chassis with continuous elegance and soft dynamic energy, so you can just sense the powerful performance of the engine.
Some years ago, I put a question to myself: is it possible to conceive an Aston Martin style that shows all the essential balance and distinguishing marks of the Brand, while resulting as a collection of elements with unconnected personalities, each one looking even “heavy”, “raw” or “clunky”?
In other words, is it possible to design a kind of “Stonehenge” on four wheels?
That’s why I’ve chosen the code number “0215” for this new project: the first two figures mean the 2002 year, when this problem was born in my mind. I don’t mean I’ve spent 13 years in restless research, but the question has always been alive in me, so I tried to find several solutions, every time missing the final goal
This year I was going to quit, then I had the idea for the prototype that I’m going to share with you by starting from these pictures.
It doesn’t mean I’ve reached the final target, but my Aston Martin “Stonehenge” might be the beginning of an unprecedented creative path, even suitable for the design philosophy of other Brands.
My job is not barely oriented towards aesthetic purposes, especially because the high performance of the vehicle has inspired a peculiar attention for aerodynamics, not just to enhance the handling at high speed, but also to improve the energy efficiency.
Finally, the Stonehenge embodies a theoretical concept that in 2002 was totally undefined and now it’s ready to inspire future evolutions.
The matter is full of contents, so it deserves to be watched not only through drawings, but in reality, that’s why I wanted to make a scale model with my 3D printer.
Most of the future activities of my blog will be dedicated to unveil deeper the features of my Aston Martin; but now I let the pictures talk, without additional descriptions nor technical explanations.
Now it’s up to you to understand the personality of Stonehenge through the first two “official” photos and you will imagine what’s still hidden.
I am grateful to you for the attention you will spend.
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